DIATOMEA è il nome di progetto che abbiamo dato al corpo polifunzionale per il sistema Aircare ideato da Dauvea s.r.l. per il monitoraggio della qualità dell’aria. Un incarico per il design di prodotto che abbiamo sviluppato combinando strategie di design computazionale, design parametrico e la stampa 3D, in fase di prototipazione, per sviluppare una logica biomimetica nel disegno del prodotto.
Per rispondere alle richieste del cliente, abbiamo ideato una soluzione integrata dove il design rifinito fosse mirato alla performance del prodotto e, di fatto, ne fosse sua stessa espressione. Lo scopo stesso del sistema ci ha suggerito di analizzare la topologia e morfologia degli scheletri delle Diatomee per estrapolare alcune informazioni progettuali, costruttive e strutturali significative.
Le Diatomee sono alghe brune, unicellulari il cui uso come indicatori di qualità dei corsi d’acqua è ampiamente accettato in Europa e negli USA.
Come riportato dall’Istituto Superiore per la Protezione, e la Ricerca Ambientale, l’osservazione che tutte le specie di diatomee presentano limiti di tolleranza e valori ottimali rispetto alle condizioni dell’ambiente acquatico, quali la concentrazione di nutrienti, l’inquinamento organico e il livello di acidità. Variazioni di temperatura, salinità, ossigeno disciolto, velocità di corrente e sostanza organica caratterizzano infatti la loro ecologia e determinano la distribuzione ed abbondanza delle varie specie nei differenti habitat. Le acque maggiormente cariche di nutrienti tendono ad ospitare un maggior numero di specie rispetto alle acque che ne sono quasi del tutto prive come quelle che risultano dallo scioglimento dei ghiacciai e dei nevai. Al contrario, alcune specie sono intolleranti ad elevati livelli di uno o più inquinanti, mentre altre ancora possono essere presenti in ambienti con stato qualitativo ampiamente variabile.
Caratteristica peculiare delle Diatomee è la parete cellulare, detta frustulo, composta principalmente da silice amorfa idrata. Il frustulo è costituito da due valve, la parte superiore (epivalva) e quella inferiore (ipovalva) vengono definite placche valvari e presentano sulla loro superficie una serie di ornamentazioni, le strie, costituite da coste, pori ed alveoli. I bordi delle due valve si prolungano lateralmente a costituire le bande connettivali. La dimensione, forma e disposizione di tutti gli elementi sopra citati risulta essere specie-specifica ed assume un notevole valore sistematico necessario per l’identificazione di ogni specie.
La topologia delle diatomee offriva dunque numerose suggestioni rispetto al nostro breif: l’involucro del sistema doveva infatti contenere un’elettronica dotata di sensori ambientali ed essere permeabile all’aria per garantire il ricircolo dell’aria da analizzare all’interno del guscio stesso. Pertanto, si è studiato come sviluppare un sistema che, per forma, generasse un flusso d’aria dal basso verso l’altro sfruttando la differenza di temperatura creata dal riscaldamento stesso dell’elettronica all’interno del guscio. Siamo quindi riusciti a prelevare l’aria dall’esterno tramite un sistema di feritore integrate e nascoste sul fondo dell’involucro, e evacuare l’aria calda analizzata dalla superficie superiore che funziona come una membrana traspirante. Gli alveoli che caratterizzano questo design sono configurati come una trama strutturale, traspirante e allo stesso tempo producibile industrialmente per stampaggio a iniezione o stampa 3D per piccole serie.
In questo percorso il design computazionale della membrana e la definizione parametrico-associativa della topologia dell’intero copro e di tutti i dettagli ci ha consentito di lavorare simultaneamente tanto sul design quanto sulla produzione in maniera integrata.
Il logo del committente è stato trasformato nell’elemento di comunicazione che, con una luce LED RGB integrata, segnala ai suoi utilizzatori il suo stato e la qualità dell’aria. Un’operazione che combina utilità e branding senza aggiungere nulla ma declinando la natura stessa del design dell’oggetto per un risultato raffinato e sempre integrato.
Tutti i prototipi sono stati realizzati all’interno del laboratorio di fabbricazione digitale di ALO e questo ha permesso di testare e corroborare le scelte progettuali oltre che sviluppare dettagli e soluzioni eleganti pronte per una produzione su larga scala anche per stampaggio a iniezione.
Year
2021
+ AWARDS, PUBLICATIONS and Exhibitions
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+ Photographer
Marco Verde
+ Keywords
Computational Design, Parametri Design, Custom non-standard design, Digital Fabrication, Poplar Plywood, Advanced Wood construction, Parameteric-Associative Design, Composite materials