Concorso di progettazione per la realizzazione di un museo multisensoriale e spazio espositivo prodotti locali a Sadali.
In cerca di una esperienza immersiva totalmente accessibile per i suoi visitatori, il progetto del Giardino Esperienziale dell’Acqua di Saldali ha proposto un’architettura come sistema di paesaggi, spazi, luce, vegetazione e contenuti innovativi (anche dal punto di vista costruttivo) attraverso cui suscitare un interesse insolito, inaspettato e senza similitudini con precedenti, tale da suggerire una lettura multisensoriale e specifica della identità sadalese e delle sue unicità topologiche e morfologiche. Proprio queste sono state estrapolate dal territorio e tradotte in informazioni operative per la generazione computazionale di un nuovo paesaggio da esplorare fra architettura, paesaggio e arte, in un percorso prima di percezione aumentata e quindi di riflessione.
Il progetto utilizza modalità innovative e non distintive di esposizione del patrimonio ambientale e storico culturale, tali da garantire l’accessibilità al maggior numero di utenti a prescindere dalle proprie capacità fisico-psichiche, sia dal lato informativo ed educativo, sia da quello ricreativo e di intrattenimento. Le opere sono state progettate non secondo logiche utilitaristiche, ma per le persone più svantaggiate, escludendo percorsi alternativi e distintivi, in modo da ottenere ambiti totalmente accessibili.
L’obiettivo è coinvolgere ed impressionare l’utente, suscitando, nelle diverse forme di espressività, tutti i sensi con richiami simbolici che siano capaci di riproporre gli elementi di valore che connotano e qualificano l’abitato e il territorio. Per ottenere questo risultato si è chiesto aiuto da un lato alla tecnologia e al suo potere di stupire con gli effetti speciali e, dall’altro, all’arte con la sua capacità di interpretare ed emozionare.
Coerentemente con quanto richiesto dal Programma funzionale del bando, il complesso ferroviario, nella definizione progettuale, è stato pensato come un’esposizione simbolica delle specificità del territorio e in particolare degli elementi naturali che distinguono l’identità di Sadali: un giardino esperienziale che sarà la porta d’accesso e la presentazione del sistema del Polo museale sadalese.
Il giardino esperienziale dell’acqua sarà l’elemento di maggiore caratterizzazione in quanto, partendo dagli elementi che definiscono il contesto, i fabbricati, la vegetazione e la linea ferroviaria, attraverso la loro metamorfosi, viene proposto un ambito di elevato valore architettonico e scenico in cui saranno simbolicamente raccolti e raccontati, in esperienze multisensoriali, gli elementi naturali che identificano e distinguono l’abitato e il territorio.
Del sistema espositivo fanno parte anche la stazione ferroviaria, che raccoglierà materiali e produzioni multimediali inerenti la storia della ferrovia, con particolare riferimento alle relazioni sociali ed economiche che questa ha determinato nella comunità sadalese, e la casa cantoniera che sarà proposta non solo come elemento di esposizione, ma come alloggio da locare ai visitatori per offrire loro la possibilità di vivere un’esperienza unica nel suo genere, del tutto simile a quella che vivevano i cantonieri ferroviari.
Le risorse del progetto devono essere dedicate, come si evince dal bando, esclusivamente a riqualificare l’ambito del complesso ferroviario, ma la sua particolare collocazione sulla via G. Deledda, ci consente di perseguire parallelamente il miglioramento di questo contesto che non presenta il livello qualitativo del paesaggio urbano del centro storico a valle dell’abitato.
Con la realizzazione del progetto si avrebbe una nuova scena urbana in quello che oggi è il principale ingresso all’abitato. Particolarmente suggestiva, la stessa scena, potrà risultare con l’oscurità, quando la diffusa illuminazione del giardino propagherà la luce nella parte bassa delle chiome degli alberi (rif. Tav. 1 ).
L’accesso al parco avviene da tre ambiti: dal lato binari, per i passeggeri del treno, dalla stazione, lato piazzale dei pullman e dalla principale strada di accesso all’abitato in corrispondenza del passaggio a livello. Sul lato binari e sul lato strada non è prevista nessuna chiusura, mentre sul lato confini privati, anche per schermare il paesaggio retrostante che in alcune parti risulta degradato e abbandonato, viene realizzata una doppia protezione, realizzata in parte con una semplice recinzione in rete metallica su cui cresceranno gli arbusti rampicanti già presenti e vegeti in loco. L’altra schermatura è costituita, in alcuni tratti, da una sequenza di aste infisse verticalmente nel terreno e appositamente illuminate, al fine di ottenere un effetto scenografico che simula e ripropone la sequenza delle traversine della strada ferrata.
Partendo dagli elementi progettuali primari quali l’acqua, la vegetazione e la ferrovia, tutti legati da un unico filo conduttore, l’energia generatrice di vita, lo scenario di progetto è stato trattato come un campo energetico, caratterizzato da elementi sorgente (cariche positive), elementi attrattori (cariche negative) e da vettori secondari, che rappresentano un gruppo di forze estrinseche agenti sul campo, assimilabili a direttrici di percorrenza del nostro Giardino esperienziale (rif. Tav. 2).
Le trame del Giardino esperienziale nascono dalla trasposizione delle nove sorgenti più antiche presenti nel centro storico di Sadali, quelle si crede siano le più antiche e delle quali sono noti i nomi (rif. Tav. 2). Dai nove nodi del sistema si diramano simbolicamente le linee di forza di un campo energetico, quasi a rivelare simbolicamente le tracce dell’acqua che scorre silenziosa nel sottosuolo, portando la vita e generando l’unicità del paesaggio sadalese. Queste tracce si materializzano in una trama di curve a terra, realizzate con un sistema di bordure metalliche flessibili che di giorno guideranno l’esplorazione del giardino e la notte, accendendosi grazie a un cavo luminoso in fibra ottica inserito tra le bordure, sveleranno un secondo volto dell’esperienza architettonica immersiva offerta dal progetto, creando un delicato e coinvolgente effetto di illuminazione d’ambiente tra il suolo e la parte inferiore della chioma degli alberi.
La posizione di ognuna delle nove sorgenti ospiterà un elemento scultoreo o architettonico caratterizzato da forme primarie, di dimensioni variabili, realizzato da materiali semplici e preziosi, quali pietra, ferro, legno, acqua e vegetazione, riconoscibili nello scenario di progetto. Anche l’inghiottitoio, collocato nello specchio d’acqua in prossimità della Via G. Deledda, farà parte del percorso esperienziale e sarà un elemento scenografico di attrazione insieme a due ulteriori fontane dinamiche e alla cascata a lama d’acqua inserita nel punto di connessione tra strada e specchio d’acqua.
Le immagini grafiche nella tav. 3, espongono ipotesi-indicatrici di opere scultoree, per le quali ci si è avvalsi della consulenza di un artista, che sinergicamente nascono da molteplici suggestioni indirizzate verso una attenta riflessione del complesso contesto territoriale di Sadali.
Queste forme scultoree primarie saranno realizzate con un conglomerato di elementi concreti e simbolici importantissimi come la stessa acqua che sgorga e genera una rigogliosa vegetazione, che confluisce e collega le numerose fonti alle cascate, ai mulini, agli inghiottitoi, alle grotte scavate dalla stessa forza generatrice che costella lutto il pattern territoriale. Il leitmotiv scultoreo inciso riconducibile ai diagrammi, ci riporta metaforicamente alle radici delle piante, alla rete ferroviaria e alle sue intersezioni, cosi come alle connessioni tecnologiche che sono gli strumenti del progettare futuri e nuovi scenari di contemplazione, fruibilità e connettività. Inoltre ogni opera permetterà un’interazione diretta con il visitatore, grazie all’uso di tecnologie di prossimità che consentiranno di attivare ogni singola opera e di esplorarne l’interattività e la multimedialità. Attraverso l’uso di sensori il fruitore viene guidato in un percorso sensoriale e sarà l’interazione simbolica e funzionale tra natura, arte e tecnologia a invitare a proseguire nella ricerca di nuovi contenuti esperienziali che permetteranno anche lo sviluppo di puntuali strategie di marketing culturale.
Il nuovo paesaggio integra nella sua trama di bordure una superficie destinata ad aiuole che ospiteranno una selezione di specie autoctone che creeranno una sequenza cromatica, visiva, e olfattiva studiata per potenziare l’esperienza sensoriale attraverso gli odori, i colori e i rumori tipici del territorio generati dal vento che ne agita i rami e dalla fauna che vi troverà un nuovo habitat. La vegetazione è quindi parte inscindibile del nuovo paesaggio che sfuma i confini tra naturale e artificiale. Per raggiungere questo scopo sono state selezionate specie vegetali autoctone, diffuse sul territorio di Sadali e adatte alla vita in simbiosi con i pini esistenti e il terreno reso acido dalla caduta dei loro aghi. Tra queste, le specie acidofile selezionate sono: l’erica, il corbezzolo, il lentischio, il cisto, il ginepro strisciante.
l padiglioni sono gli unici elementi costruttivi in alzato previsti dal progetto. Sono elementi prefabbricati con processi digitali a controllo numerico, assemblati in officina e trasportati già assemblati in cantiere per il loro posizionamento.
LA CASCATA – È un padiglione interattivo dedicato alla riproduzione delle esperienze sensoriali che caratterizzano i luoghi delle cascate. l sistemi interattivi, dotati di sensori, permetteranno di interagire con i visitatori stimolando i sensi dell’udito e del tatto con una vera e propria cascata d’acqua che verrà fatta scorrere in modo dinamico sulla pelle del padiglione per poi essere convogliata in un punto raccolta e ricircolo.
La conformazione del padiglione permetterà alle persone su sedia a ruote (e quindi a tutti i visitatori) di immergere le proprie mani nell’acqua in caduta, stabilendo un contatto diretto con l’elemento naturale generatore di vita: un gesto semplice e simbolico ma spesso impossibile in un ambiente naturale, soprattutto per le persone con disabilità motorie. Fra gli effetti sensoriali che si intende esporre ci saranno quelli che, attraverso la vaporizzazione dovranno rappresentare l’umidità e gli odori delle essenze presenti nei boschi del territorio. A questo scopo potrà essere molto utile, nell’ottica di promuovere reti e sinergie tra imprese, il coinvolgimento di una piccola azienda locale che produce oli e profumi da essenze vegetali.
IL MULINO – Il padiglione del Mulino è dedicato alla riproduzione delle esperienze sensoriali tipiche di un mulino ad acqua. Accompagnati dall’acqua che scorre sulla pelle del padiglione, i sistemi audio interattivi, dotati di sensori, stimoleranno i sensi dell’udito e dell’olfatto riproducendo i suoni e gli odori tipici della lavorazione del grano, che con il mulino ad acqua ebbe un’innovazione rivoluzionaria di notevole importanza economica.
LA GROTTA – Il padiglione della Grotta è dedicato alla riproduzione delle esperienze sensoriali tipiche delle grotte presenti all’interno del Polo museale di Sadali. Tramite sistemi digitali dotati di sensori e altoparlanti audio si stimolerà il senso dell’udito con la registrazione e riproduzione in tempo reale delle voci dei visitatori stessi per riprodurre l’eco caratteristico delle grotte e la percezione dell’umidità tramite sistemi di vaporizzazione dell’acqua.
Lo specchio d’acqua è, nel rapporto con la strada, l’ambito di maggiore e diretto contatto con il giardino, l’elemento di prima comunicazione tematica: l’acqua. Contiene due elementi simbolici: il primo è il rumore della cascata che sta a valle, che viene riproposto sia nel piccolo dislivello esistente con il piano della strada, che si concretizza con la caduta di una lama d’acqua, sia da due piccole fontane. Il secondo è il sistema di recupero dell’acqua, che richiama simbolicamente l’inghiottitoio.
La profondità del laghetto, di 30 cm, è definita in modo tale da non determinare, per motivi di sicurezza, la necessità di realizzare delle balaustre protettive. Di fronte allo specchio d’acqua, si prevede di destinare un’area per esibizioni, mostre o manifestazioni temporanee !ematiche nella quale, grazie agli arredi amovibili coordinati potranno anche essere esposti i prodotti dell’artigianato locale e del territorio.
Lo stabile della stazione ferroviaria ha subito nel tempo interventi di ristrutturazione che, in alcune situazioni, hanno alterato i caratteri originari del fabbricato, come nel caso di alcune pavimentazioni interne, della tinteggiatura esterna e dei corpi illuminanti esterni.
Il progetto prevede il restauro conservativo del fabbricato e la sua rifunzionalizzazione per realizzare al piano terreno i servizi informativi con la realizzazione dell’unità introduttiva all’ecomuseo e i servizi ricreativi con un piccolo bar, il book shop e i servizi igienici.
Il piano superiore sarà invece destinato ai servizi culturali e di comunicazione con la realizzazione di due salette multimediali e di spazi espositivi di materiali e oggetti relativi in particolare alla storia della ferrovia. Al piano superiore si potrà accedere anche con un piccolo ascensore (rif. Tav. 4).
La casa cantoniera, che oggi si presenta ancora nella sua semplice autenticità e originalità, è capace di trasmettere e raccontare la vita della ferrovia e degli operai che ci lavoravano, meglio di qualsiasi descrizione o immagine. Questo valore nel progetto viene esaltato e l’edificio viene proposto non come un oggetto da visitare, ma come una proposta esperienziale, con un approccio più che multisensoriale, in quanto non è solo da vedere, sentire, toccare, annusare, ma da vivere come faceva il cantoniere ferroviario. Il restauro conservativo prevede l’accurato recupero di tutti gli elementi edilizi originari con la sostituzione di quelli irrecuperabili e con l’integrazione di elementi di arredo possibilmente dell’epoca o compatibili con il contesto.
l due alloggi esistenti potranno ospitare complessivamente fino a 10 persone che potranno giungere, magari con il trenino verde da Arbatax a da Cagliari e visitare la Sardegna interna per vivere una esperienza da cantoniere ferroviario, pernottando e assaporando sensazioni d’altri tempi e gusti dei prodotti e della cucina locale. Negli alloggi, infatti, verranno conservati i camini presenti e nella legnaia verrà conservato il vecchio forno. La gestione degli alloggi potrà essere affidata, con un sensibile rientro economico che potrebbe incrementare l’occupazione, alla stessa cooperativa che gestirà i servizi ricreativi e di guida turistica presenti nella stazione, secondo quanto previsto in diversi punti del “Documento di indirizzo alla progettazione” (rif. Tav. 4).
L’originalità del progetto, pensato come un abito su misura sulle specificità del luogo, che non prevede l’utilizzo di arredi da catalogo, ma pezzi unici il cui design sarà specifico del progetto, sarà condotto con modalità di gestione BIM e con innovativi processi realizzativi, attraverso la tecnologia della realtà aumentata mista per l’esecuzione della pavimentazione del giardino e della fabbricazione digitale per la produzione dei padiglioni e delle sedute (rif. Tav. 3).
In particolare la metodologia operativa della realtà aumentata mista consente di vedere in situ, in scala reale, l’opera che dovrà essere realizzata. Per favorire il processo partecipativo, prima della realizzazione dell’opera, tale esperienza potrà essere condivisa con la comunità locale, in occasione della presentazione del progetto insieme all’esposizione del plastico realizzato per la produzione delle tavole grafiche allegate. Le persone interessate, fornite di particolari visori e guidate dai progettisti, potranno percorrere l’area della stazione ferroviaria e vedere in anteprima il giardino nella definizione progettuale.
+Year
2019